Edizione 1997-1998

Bando del Premio

La commissione, composta da Ada Fonzi Fosco (presidente), Emy Beseghi, Pino Boero, Giorgio Cusatelli,  Roberto Denti, Laura Daria Giorgetti, Guido Petter, Carla Poesio, assegna il primo premio all'inedito La città dei cartoni animati di Gianfranco Liori e il secondo premio all'inedito Il roseto ardente di Daniel Bruckmayer.

MOTIVAZIONI

Gianfranco Liori, "Come un fumetto giapponese"

La città dei cartoni animati giapponesi di Gianfranco Liori (edito da Giunti nel 2001, illustrazioni di Stefania Costa, con il titolo Come un fumetto giapponese).

Il fuga dalla famiglia il protagonista – appassionato di fumetti giapponesi – viaggia avventuroso da Cagliari sino al leggendario Salone di Lucca, insieme al compagno Jago, dai tratti picareschi, quasi un Lucignolo collodiano. Questa indimenticabile esperienza, raccontata in presa diretta con le situazioni di vita adolescenziali e attraverso le inquietudini e i desideri di un ragazzo alla ricerca di sé stesso, si tinge anche di una trama un po' gialla attraversata dagli echi della cronaca. Assai originale e giocato su un singolare equilibrio tra realtà – documentata con efficaci frammenti di vita negli ambienti giovanili – e finzione, il romanzo è sostenuto da una incredibile freschezza narrativa e dalla vivacità di un linguaggio capace di immergersi nell'adolescenza di oggi, con i suoi conflitti e la sua avventurosa voglia di conoscere.

Il roveto ardente di Daniel Bruckmayer.

Romanzo intrigante e denso di significati, nel quale si intrecciano – anche se non sempre in maniera proporzionata e precisa – passato; presente e futuro. I continui “ingressi” in un universo tecnologico, dominato da sofisticatissimi meccanismi, non contrastano, però, con i richiami ad una realtà giovanile contemporanea, costruita sull'indagine psicologica individuale e su forti valori comuni, dalla solidarietà all'amicizia, dall'amore agli immancabili antagonismi fra coetanei, ma soprattutto non contrastano con il passato in cui il protagonista cerca di tuffarsi grazie ad un fantascientifico salto spazio-temporale: la drammaticità degli eventi bellici, la deportazione ebraica, in particolare quella partita dal Velodrome di Parigi, la ricerca dei nonni mai conosciuti superano i confini della testimonianza storica e acquistano uno spessore, che affascina e commuove il lettore.